Dr. Gustavo Picci

GPcert Avian and Exotic Animals

La malattia osseo metabolica (MOM), definita anche osteodistrofia fibrosa o iperparatiroidismo secondario nutrizionale, è tra le più comuni malattie che colpiscono i rettili, ed è determinata da una serie di patologie che interessano l’integrità e la funzionalità del tessuto osseo. Chi decide di acquistare un rettile e nello specifico un’iguana deve considerare che la vita dei rettili in cattività è fortemente influenzata dal rispetto delle condizioni di umidità, temperatura e alimentazione tipiche di ogni specie, per assicurare all’iguana una fascia di benessere adeguata è necessario riprodurre un ambiente il più vicino possibile a quello naturale.  La patologia si manifesta principalmente per la carenza di calcio e di vit.D3, per eccesso di fosforo, per la presenza nella dieta di ossalati o altre sostanze che legano il calcio e per  parassitosi intestinali. La malattia osseo metabolica ha una evoluzione più grave se è associata a patologie a carico del fegato, reni, intestino e tiroide. La causa principale è sicuramente da imputare ad errori di allevamento, dovuti alla scarsa conoscenza delle esigenze della specie, ad esempio l’utilizzo frequente della lattuga, alimento povero di calcio e ricco di fosforo, altera il metabolismo. Ogni fattore stressante e parametro ambientale inadeguato può portare ad una diminuzione dell’assunzione di alimento e quindi a condizioni fisiche scadenti.  In un animale sano il rapporto tra calcio e fosforo nel sangue è di 2:1, ma questo rapporto si altera facilmente se l’iguana si nutre di alimenti ricchi di fosforo e poveri di vitamina D3, o di alimenti poveri di calcio. L’insorgenza della malattia osseo metabolica è favorita dall’ errata esposizione ai raggi ultravioletti o per l’assenza nel terrario di  radiazioni UVB. La vitamina D(o colecalciferolo) è sintetizzata a livello cutaneo a partire dal 7-deidrocolesterolo per azione dei raggi UVB di lunghezza d’onda compresa tra 290 e 315 nm. Il colecalciferolo si lega alle proteine plasmatiche e nel fegato viene trasformato in calcifediolo, che a sua volta viene convertito nei reni in calcitriolo, questa molecola è la forma attiva della vitamina D3, 10 volte più potente del colecalciferolo. La vitamina D3 agisce regolando l’assorbimento intestinale di calcio e l’assorbimento intestinale di tutti i minerali. Le iguane utilizzano esclusivamente la vitamina D3 ottenuta per fotobiosintesi cutanea, la sintesi di questa vitamina è UVB-dipendente, ma se la temperatura non è sufficiente si manifestano comunque problemi di carenza anche in presenza di lampade UV-B adeguate. Poiché, come tutti gli animali ectotermici, la regolazione della sua temperatura corporea dipende da fonti esterne di calore, in un terrario riscaldato in modo inadeguato tutti i processi fisiologici, compresi l’assunzione di alimento, la digestione e l’assimilazione dei principi nutritivi avvengono in modo irregolare. E’ necessario controllare la temperatura del  terrario perché in estate, a causa del surriscaldamento si possono verificare casi di colpo di calore che possono determinare la morte del rettile. Considerate le temperature miti dell’Italia è possibile esporre l’iguana a bagni di sole diretti, l’animale deve essere esposto al sole nelle ore centrali della giornata durante la stagione primaverile ed autunnale, in estate durante le prime ore. L’ iguana è un rettile strettamente vegetariano, in natura si nutre principalmente di foglie, fiori e frutta, in cattività è difficile riuscire a somministrare una dieta che soddisfi pienamente i fabbisogni; è possibile prevenire la malattia osseo metabolica alimentandola correttamente. Gli alimenti disponibili in commercio spesso rispecchiano solo parzialmente le caratteristiche nutrizionali di quelli presenti in natura. La dieta deve essere varia  e costituita per circa 80% da vegetali come lattuga romana, rucola, radicchio, scarola, indivia, trevigiana, chioggia, soncino, dente di leone, trifoglio ed il restante 20% da mela, agrumi, fico, pera, anguria, melone, uva, more.  La frutta  deve essere somministrata con moderazione perché è ricca d’acqua e di zuccheri ed è povera di fibra grezza. In commercio si possono reperire mangimi secchi che devono essere utilizzati in quantità limitata poiché l’alimentazione ottimale è costituita da vegetali ricchi di fibra grezza con  rapporto Calcio/Fosforo(3:1) a favore del calcio. Alcuni vegetali contengono sostanze dannose se assunte in eccesso o per lunghi periodi, il cavolo e gli spinaci ad esempio favoriscono l’insorgenza di calcoli renali. La dieta si completa lasciando a disposizione zucca, zucchine, carote, patate dolci, germogli e pomodori. Gli alimenti da non somministrare sono quelli a base di proteine animali, insetti, vermi, come camule e bigattini, formaggio, pasta, uova ed avanzi di cucina.

Le iguane si alimentano nelle ore della tarda mattinata e del primo pomeriggio, quando la temperatura nel terrario è elevata per garantire il corretto svolgimento delle funzioni digestive, la dieta va integrata con minerali e vitamine, soprattutto durante la fase di accrescimento e di riproduzione. Le baby iguane devono mangiare una quantità di cibo pari al 15% del peso corporeo, gli adulti e sub-adulti fino al 10%. E’ buona norma controllare il peso e la crescita, almeno una volta la settimana, fino alla maturità sessuale. Le iguane necessitano di adeguati livelli di fibra, circa il 6% sulla sostanza secca, per mantenere una normale attività intestinale e permettere lo sviluppo di una corretta flora microbica. Recenti studi hanno accertato che le iguane non sono in grado di assimilare la vitamina D somministrata per via orale, questo significa che anche in presenza di adeguati livelli di calcio e fosforo si possono instaurare patologie legate alla demineralizzazione ossea. La malattia osseo metabolica si manifesta clinicamente con dimagramento, anoressia, disfunzioni riproduttive con incompleta calcificazione delle uova, deformità embrionale che porta ad un aumento della mortalità prenatale e presenza di malformazioni nei soggetti neonati e crescita stentata nelle baby iguana. Nei casi cronici si osserva tetania e spasmi, dermatite micotica da Geotricum spp (foto 1), nelle forme più gravi l’iguana presenta fratture spontanee a legno verde a carico delle ossa lunghe femore, tibia, omero e radio ulna, deformità della colonna vertebrale (foto 2), paresi o paralisi degli arti posteriori (foto 3), gonfiore degli arti a livello della diafisi ossea, il tessuto osseo si trasforma in tessuto fibroso (foto 4). La mandibola è deforme e tumefatta di consistenza morbida, con presenza di ascessi mandibolari (foto 5/6) e stomatite sostenuta da Aeromonas e Pseudomonas tanto da impedire all’animale di alimentarsi. La diagnosi è possibile effettuando la visita clinica in modo approfondito, a livello radiografico si evidenzia sclerosi ossea, deviazione della colona vertebrale, frattura a legno verde e le analisi del sangue evidenziano alterazioni della calcemia. Comunemente i rettili vengono presentati alla visita clinica in condizioni gravissime poiché molto spesso nascondono anche per mesi i sintomi, in questo periodo è importante limitare i movimenti o cadute che possono causare fratture. Le iguane al momento della visita sono disidratate, presentano problemi epatici e renali, in questa situazione è necessario attendere la somministrazione di antibiotici o di farmaci in genere, poiché i rettili, in caso di malattia, rallentano il metabolismo e l’eliminazione dei farmaci avviene con difficoltà e spesso può essere letale per l’animale. La medicina omeopatica offre un valido aiuto nel trattamento di malattie debilitanti ad evoluzione cronica nelle iguane. Naturalmente questi farmaci non sono privi di effetti collaterali quindi la loro somministrazione deve essere successiva ad una accurata diagnosi.

Il primo intervento da effettuare è ristabilire nel terrario le condizioni ottimali di temperatura ed umidità, la temperatura deve essere compresa tra 25-30 °C di giorno e tra 20- 24°C di notte, l’umidità compresa tra 80/90 % per evitare fenomeni di disidratazione.  Lo stato clinico si deve monitorare nei primi giorni del trattamento, per poter correggere i dosaggi dei farmaci in base alla risposta del paziente. Farmacologicamente si corregge la disidratazione e si attua una terapia mirata a ristabilire la calcemia e a controllare le tetanie, contemporaneamente è necessaria l’esposizione ai raggi UVB e la somministrazione di carbonato di calcio.